Indaco terra
archival pigment print
70x85cm ca.
2019
Indaco terra was born from visual intuitions: mythological beliefs linked to my homeland, San Felice Circeo, together with the folklore deriving from them, permeate the landscape of disturbing freudian echoes that alienate me from familiar places and lead me to new visions of them.
The photographic film condenses and sublimates in the image the reverberation of the myth that echoes within the landscape, giving life to an attractive yet uncanny imaginary.
The blue hour is the moment chosen for the investigation. Its essence is ephemeral, slave and owner of time: trapped between light and dark, it illuminates things with its shadow, and so they reveal themselves, like fireflies. Twilight blue is also the perceptive author of a supernatural attribution to natural places, that underlies a metaphysical origin of places within the places themselves.
With Indaco terra the place is emptied of its specific naturalistic, mythical and autobiographical connotations, and it becomes “elsewhere”, a space of universal narratives and archetypal imaginaries.
ita
Indaco terra nasce da intuizioni visive: le credenze mitologiche legate alla mia terra di origine, il Circeo, terra dell'incontro mitico tra Ulisse e la Maga Circe nell'Odissea, insieme al folklore da esse derivante, permeano il paesaggio di echi perturbanti tali da estraniarmi dai luoghi a me familiari e da indurmi nuove visioni di essi.
La pellicola fotografica condensa e sublima nell’immagine il riverbero del mito che riecheggia nel paesaggio, e lo rende carico di significati altri.
L’ora blu è il momento di indagine scelto. La sua essenza è effimera, schiava ed insieme padrona del tempo: intrappolata tra luce e buio, e meno della luce e più bel buio, illumina le cose proprio con la sua ombra, e in essa si svelano verità e miti. Il blu crepuscolare è inoltre l’artefice percettivo della momentanea attribuzione soprannaturale ai luoghi naturali, tale da sottendere un’origine metafisica dei luoghi insita nei luoghi stessi, che va a creare un’aura mistica ed epifanica, ma effimera, labile e presto invisibile, intorno al paesaggio del mito.
Il luogo viene svuotato delle sue connotazioni naturalistiche, mitiche ed autobiografiche specifiche, e si fa altrove, spazio di narrazioni universali e immaginari archetipici.