My artistic research and practice takes shape from aesthetic intuitions aroused by a specific landscape and its instances. This vertigo stimulates archetypal reminiscences in eyes and mind, and leads the viewer to reflect on the gaze, the distance and what is meant to be distant.

Currently my research is focused on elaborating familiar landscapes and the connected traumas, related to class issues, through photography.

The photographic process reveals itself as a vehicle to represent the places of personal traumas, reread memory and confront history. In addition, the photographic image is also able to manipulate autobiographical memory and questioning the veracity of the representation.

The political urgency of rereading a biographic place as an aesthetic and political space, under the light of class consciousness, configures a whole visual narration of old and new imaginaries in dialectical relationship with each other, that retraces the archetypal iconography of telluric forces.

This geological sensitivity reveals the need to rethink the human -and the artist- within the geological -and at the same time sociopolitical- becoming.


ITA 

La mia ricerca prende forma dalle intuizioni estetiche suscitate dal paesaggio e le sue istanze, all’irrealizzabile ricerca dell’arcaico insito nelle fenditure del contemporaneo. Questa vertigine genera reminiscenze archetipiche, e porta lo spettatore a riflettere sull’altrove, la distanza e ciò che è destinato ad essere distante.

Attualmente la mia ricerca è focalizzata sull'elaborazione del paesaggio biografico e dei traumi ad esso connessi, legati alle questioni di classe, attraverso la fotografia. Il processo fotografico è in questo senso un veicolo per rappresentare i luoghi dei traumi personali, rileggere la memoria e confrontarsi con la storia. Inoltre, l'immagine fotografica è anche in grado di manipolare la memoria autobiografica e mettere in discussione la veridicità della rappresentazione.

L'urgenza politica di rileggere il luogo biografico come spazio estetico e politico, alla luce di una rinnovata coscienza di classe, configura un'intera narrazione visiva di vecchi e nuovi immaginari in relazione dialettica tra loro, che ripercorre l'iconografia archetipica delle forze telluriche.

Questa sensibilità geologica rivela la necessità di ripensare l'umano -e l'artista- all'interno del divenire geologico, e al tempo stesso sociopolitico.                                                                                                                                                                            

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