Il poeta è un operaio
The poet is a worker
ink and acrylic on UV printed canvas, c-print
160x182cm, 9x10cm
2023
The poet is a worker was born from a reflection on the socio-economic condition of the artist. During the period of residency at VIR viafarini-in-residence (Milano, 2023), I found myself facing a strong stress due to the fact of having two jobs, I mean being an artist and being also an actual worker to effort life, because of my working-class background. And to exacerbate this discomfort, there was the fact that the other artists of the residency had the opportunity to invest their energies in their research, while I did not.
So i felt all the weight, the guilt, and the sorrow of being a working-class artist.
This reflection, that became increasingly overwhelming at the end of the residence, has led me to create, two days before the opening, this work, which I consider somehow a manifesto, a flag.
It is an image printed on canvas, and then painted red with ink and acrylic. The red is iconographically traceable to the working-class world and the class struggle. The subject of the image is the ceiling of a cave, and is one of the images of my personal photographic archive on my native land.
Choosing a powerful image from my archive is a strategy to reread the space of the archive as a political space, under the light of class consciousness.
Following the function of the caption, there’s a contact print representing "The poet is a worker", a poem from 1917 by Vladimir Majakovskij.
ita
Il poeta è un operaio nasce da una riflessione sulla condizione socio-economica dell'artista. Durante il periodo di residenza presso VIR viafarini-in-residence (Milano), ho affrontato un forte stress dovuto al fatto di avere due lavori, intendo essere un’ artista ed essere anche una lavoratrice, per vivere. E ad acuire questo disagio, c'era il fatto che tutti gli altri artisti della residenza avevano l'opportunità di investire le loro energie e il loro tempo nella ricerca, mentre io no.
Così ho sentito tutto il peso, la colpa e il dolore di essere un’artista della classe operaia, con un background operaio.
Questa riflessione, divenuta sempre più martellante al termine della residenza, mi ha portato a creare, due giorni prima dell’opening, questo lavoro, che considero in qualche modo un manifesto, una bandiera.
Si tratta di un'immagine stampata digitalmente su tela di cotone, e poi dipinta di rosso con inchiostro e acrilico. Ho scelto il colore rosso perché iconograficamente riconducibile al mondo operaio e alla lotta di classe. Il soggetto dell'immagine è il soffitto di una grotta, ed è una delle immagini del mio archivio personale sulla mia terra natale.
Scegliere un'immagine dal mio archivio è una strategia per rileggere lo spazio dell'archivio come uno spazio politico, alla luce di una rinnovata coscienza di classe.
A ricalcare la funzione della didascalia, il provino di una fotografia di “Il poeta è un operaio”, poesia del 1917 di Vladimir Majakovskij.